UNA MOSTRA DIGITALE PER L'80° ANNIVERSARIO DELLE LEGGI RAZZIALI
Le case e le cose
Fotografie HR - Free downloadGrazie all'impegno nel settore delle digital humanities della Fondazione 1563 (che ha ideato la mostra con la consulenza storico archivistica di Fabio Levi e Anna Cantaluppi) è possibile navigare tra i destini incrociati di proprietari a cui furono sottratte le abitazioni, periti e funzionari di banca che svolgevano le pratiche con puntigliosa capacità e cittadini colpiti dalla guerra diventati utilizzatori più o meno consapevoli dei beni sottratti.
Sono 9 le Storie scelte per illustrare quegli anni terribili. Tra queste troviamo la casa torinese di Natalia Ginzburg,: l'appartamento di via Pallamaglio 11 (oggi via Oddino Morgari 32 a San Salvario) citato in Lessico Famigliare. Sono disponibili l'inventario dei beni e la lettera autografa con cui la scrittrice chiede la restituzione dell'appartamento il 20 Dicembre 1945.
Online anche le minuziose pratiche relative alla cascina “Saccarello” -la tenuta della nonna di Primo Levi ai margini della strada di Superga- che riportano persino l'elenco degli alberi che popolavano il giardino della villa: proprio il parco che fa da sfondo a una suggestiva fotografia dello scrittore torinese (online su concessione del CDEC - Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano).
Disponibili, inoltre, i documenti relativi alla villa di Cavorettodel compositore Leone Sinigaglia, requisita, svuotata degli arredi e successivamente utilizzata per ospitare gli sfollati: un processo comune a molte delle abitazioni sequestrate.
Tutti i materiali pubblicati sono relativi ai beni gestiti dall’EGELI, l'ente creato dal governo fascista col compito di acquisire, gestire e vendere i beni immobili sottratti agli ebrei. Per il Piemonte e la Liguria delegò l’attività all’Istituto di San Paolo di Torino. Custodito dalla Fondazione 1563 all'interno dell'Archivio storico della Compagnia di San Paolo, il Fondo Genstioni EGELI, comprende oltre 6.300 fascicoli, registri, rubriche dal 1940 al 1950: tutti inventariati e disponibili al pubblico.
I documenti selezionati per "Le case e le cose" sono anche esposti nella sede della Fondazione 1563 a Torino (piazza Bernini 5): l'accesso è libero dal Lunedì al Venerdì fino al 31 Gennaio 2019 (orario 16-19). In occasione del Giorno della Memoria 2019, la mostra sarà anche aperta sabato 26 e domenica 27 Gennaio dalle 10 alle 13
Social: Una #mostra digitale per riflettere sulle conseguenze delle leggi razziali a 80 anni dalla loro emanazione: Le case e le cose #Fondazione1563
Informazioni: fondazione1563.it
IL CONTESTO STORICO
Le leggi fasciste contro la “razza ebraica” del 1938 prevedevano, tra le tante limitazioni, l’esproprio dei beni “eccedenti” appartenenti agli ebrei e diedero l’avvio ad una escalation che portò, dal 1943 alla Liberazione, al sequestro di qualsiasi proprietà, nella prospettiva di annientamento della popolazione ebraica.
La Legge del 1939 istituì l’EGELI col compito, fra l’altro, di acquisire, gestire e vendere i beni immobili sottratti agli ebrei. Il ricavato doveva essere versato nelle casse del Tesoro. Per raggiungere i propri obiettivi esso delegò diciannove Crediti fondiari presenti nelle diverse parti d’Italia; per il Piemonte e la Liguria scelse di firmare una convenzione con l’Istituto di San Paolo di Torino.
L’Istituto, controllato dall’alto, doveva operare l’accertamento sulle proprietà da acquisire, la gestione e la vendita dei beni.
La documentazione EGELI in origine era conservata presso i sotterranei della sede dell’Istituto di San Paolo in via Monte di Pietà. A differenza di altri fondi archivistici questo non fu mai spostato o selezionato proprio per la delicatezza dell’argomento. Ad inizio degli anni Novanta le carte furono affidate all’Archivio storico della Compagnia di San Paolo oggi gestito e valorizzato dalla Fondazione 1563. Nel 1998 una prima indagine storica sistematica venne condotta da Fabio Levi, pubblicata nei Quaderni dell’Archivio Storico. Nel corso degli anni successivi un gruppo di archivisti con il coordinamento di Anna Cantaluppi ha riordinato e inventariato il fondo con la creazione di strumenti per la ricerca innovativi, disponibili on line. I repertori digitalizzati hanno permesso di realizzare una mappa interattiva (presente nella mostra) che consente di effettuare immediate ricerche per nome e per indirizzo dei beni sequestrati.
Nel 2014 il fondo è stato trasferito nel nuovo deposito dell’Archivio Storico in Piazza Bernini 5, insieme a tutte le carte (2 Km lineari in scaffali) dell’Archivio storico della Compagnia di San Paolo.
La Fondazione 1563 gestisce e valorizza l’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo e sostiene un articolato programma di ricerca sul Barocco, anche attraverso un bando annuale per borse di alti studi rivolto giovani ricercatori umanisti.
La pubblicazione digitale dell'imponente materiale storico rappresenta una delle attività più recenti e di ampio richiamo internazionale.