Un fenomeno in espansione che però mostra i primi limiti
Spesso si ripete che il marketing passa dai social network. Sempre di più, oggi, passa dai profili degli influencer, coinvolti dalle aziende per raggiungere target specifici.
Chi sono esattamente gli influencer?
Persone che hanno un largo seguito sui social, soprattutto Instagram e Youtube: hanno cioè una community che li segue fedelmente. Si parla centinaia o decine di migliaia di follower ma bisogna anche tenere presente che, per settori molto specifici, esistono dei micro-influencer: non raggiungono questi numeri ma sono fondamentali per la nicchia di mercato.
Gli utenti li seguono perchè li ritengono autorevoli e apprezzano la loro autenticitá. Gli influencer sono tali pechè "influenzano" il pubblico non solo in base alla notorietá ma come vera e propria fonte di ispirazione.
Alcuni numeri:
- il 55% dei grandi brand ha fatto campagne con gli influencer nell'ultimo anno
- in Italia sono state superate le 2.000 campagne
- il giro d'affari nel mondo supera i 10 miliardi di dollari l'anno
- in un mese sono vengono pubblicati su Instagram oltre 200.000 post appartenenti a campagne di influencer marketing
Quest'ultimo dato è diventato trasparente dal 2017 in seguito alla direttiva che impone di inserire nei contenuti sponsorizzati l'hashtag #ad o #advertising.
Questa forma di comunicazione -spesso controversa- va gestista con grande attenzione: ci vuole molta cura soprattutto nella scelta dell'influencer con cui collaborare: in media un'azienda deve valutare un centinaio di candidati prima di trovare quello ideale.
I costi sono molto variabili, in base alla popolaritá del personaggio coinvolto. Con la consuelenza di professionisti del settore, però, si possono ottenere grandi benefici: si riesce, infatti, a raggiungere un target specifico, interessato, con un messaggio in grado di motivare all'acquisto o comunque di aumentare la reputation del marchio o del luogo. Tra i settori in cui si utilizzano di più gli influencer, infatti, tecnologia, auto/moto, moda e turismo.
Ma proprio dal mondo del turismo -in particolare dal WTM World Travel Market 2018 di Londra- arriva la smentita del potere degli influencer: da un sondaggio svolto su 1.025 vacanzieri quasi otto su dieci (78%) hanno dichiarato di non aver preso spunto dagli influenzatori digitali per scegliere o prenotare la vacanza. Un ulteriore 8% dichiara di aver visto contenuti di influencer digitali ma senza che la loro opinione giocasse un ruolo importante nel momento dell’acquisto. Solo il 3% di coloro che sono stati interrogati ha affermato che gli influencer sono stati la fonte più importante di informazioni sul viaggio prima della prenotazione.
Sono invece sempre di più coloro che vogliono diventare influencer: Booking.com ha effettuato una ricerca sulla base delle indicazioni provenienti da 21.500 viaggiatori da 29 Paesida cui è emerso che:
– un quarto (il 25%) dei viaggiatori di tutto il mondo ammette di avere l’ambizione di utilizzare i propri viaggi per lanciare una carriera nei social.
– il 28% dei viaggiatori intravede nei propri viaggi un’opportunitá potenziale di guadagno come influencer o travel blogger, in alternativa a un tradizionale lavoro full-time.