Come cambiano le Digital PR per creare contenuti capaci di intercettare le ricerche guidate dalla AI.
Abbiamo faticosamente spiegato ai nostri clienti come fosse indispensabile collegare ogni contenuto a un'accurata ricerca sulle keyword - una volta li guidavamo a interrogarsi sulle 5W, ricordate? Who, What, When, Where, Why - ...che giá dobbiamo introdurre il concetto di long tail (letteralmente lunghe code, per significare un gruppo di parole) e di copy for AI.
Intelligenza Artificiale e accelerazione del cambiamento
Dall'inizio dell'anno, in ogni corso o approfondimento che abbiamo seguito, gli esperti avvertivano dell'accelerazione che l'AI avrebbe impresso alle nostre vite e al nostro lavoro. E lo stiamo vedendo a ritmi ormai settimanali.
Il SEO, ad esempio, sta subendo una trasformazione evidente: il passaggio dalle singole parole di ricerca (keyword) alla valorizzazione di stringhe articolate (per giunta sempre più spesso verbali, parlate), le cosiddette long tail.
Se l'AI scrive...chi scrive per essere trovato dalle AI?
Mentre qualcuno giá preparava i funerali a chi come noi scrive per lavoro (copy, digital PR, Ufficio Stampa), la creazione di contenuti capaci di intercettare le ricerche delle intelligenze artificiali (AI) diventa semmai anche più strategica.
Un cambiamento ben descritto da Ivano Mancini - CEO & Project Manager di SEOZoom, la piattaforma che utilizziamo da tempo per il nostro lavoro quotidiano con le aziende - nel suo libro "SEO for AI" che rappresenta una svolta epocale per chi come Threesixty opera nel digital marketing.
Da chi spendeva di più a chi scriverá meglio!
Se fino ad oggi si parlava di SEO e di keyword per scalare posizioni su Google, strutturando la produzione di testi per blog o comunicati attorno alle chiavi di ricerca più utilizzate dagli utenti online, sapevamo bene anche quanto la pubblicitá o molti altri fattori (autorevolezza, longevitá del sito...ecc) potessero intervenire sull'effettivo contatto con l'utente.
Nel suo libro, Mancini fa un esempio piuttosto calzante: se cercassimo su Google "Risotto alla zucca gialla" probabilmente i risultati partirebbero dai siti più "autorevoli", spesso a discapito dei contenuti più pertinenti ma provenienti da fonti meno riconosciute.
In effetti troviamo giallozafferano.it, lacucinaitaliana.it, fattoincasadabenedetta.it e cucchiaio.it (Il mitico Cucchiaio d'Argento). Il risotto, però, non è necessariamente di "zucca gialla".
Democratizzazione della ricerca?
Il fatto è che l'Intelligenza Artificiale non è (ancora?) influenzata dalle campagne di posizionamento e tende a cercare la risposta più adatta a chi sta cercando in mezzo a milioni di dati. In pratica, sostiene Mancini, "Le AI comprendono meglio le nostre domande e rispondono esattamente con quello di cui avevamo bisogno, senza soffermarsi solo su quale sia la fonte."
Questo significa che un piccolo blog che tratta in modo approfondito un aspetto specifico di un argomento potrebbe emergere come risultato rilevante, contrariamente a quanto accade con i motori di ricerca tradizionali.
Se da una parte questo è un aspetto preoccupante quando parliamo di massimi sistemi - e non ci sentiamo di seguire in toto l'idea di 'democratizzazione della ricerca' - per la comunicazione d'impresa questa diventa una svolta epocale.
Vincono i contenuti. Vincerá il linguaggio.
Gli algoritmi delle AI non hanno pregiudizi, sono basati su statistica e matematica pura. Il futuro della SEO è dunque strettamente legato alla capacitá delle aziende di generare contenuti interessanti, 'colloquiali', capaci cioè di rispondere alla inevitabile semplificazione del linguaggio parlato.
Perché infatti scrivere una domanda sulla finestrella di Google o su altre app, quando possiamo interpellare il telefono (o altri dispositivi!) e ottenere la risposta che stavamo cercando? E se le risposte sono soddisfacenti, perché dovremmo fermarci, guardare lo schermo e scrollare (che brutto termine!) le informazioni o addirittura cambiare pagina?
Dalla ricerca scritta a quella vocale.
È sotto gli occhi di tutti, lo vediamo quotidianamente: le modalitá di interazione con i contenuti online stanno cambiando. Gli assistenti vocali sono più naturali e le AI rispondono in velocitá correggendosi man mano che si moltiplicano le domande (mai accontentarsi della prima risposta!).
Ecco perché sará cruciale creare contenuti che siano comprensibili non solo agli utenti umani ma anche ai modelli di linguaggio delle AI.
Contenuti Dettagliati
Saper rispondere in modo esauriente alle domande degli utenti dovrebbe essere il cuore di ogni piano di comunicazione. Da chi vende frutta al mercato al più grande degli imprenditori. Mediamente è di questo che ci occupiamo quando impostiamo un progetto con i nostri clienti: cosa vogliamo dire? a chi? perché lo facciamo meglio di altri? Bene, scopriamo anche grazie all'accelerazione dell'AI che è diventato ancora più strategico.
La famosa "Buyer persona"
Il nodo che prima o poi deve venire al pettine: chi sono davvero i nostri utenti? I potenziali clienti? E quali sono le loro reali esigenze? Un buon contenuto che piaccia alle AI risponde in modo chiaro a queste domande perché le trasforma in informazioni dettagliate e utili.
Ottimizzare la scrittura per le AI
L'AI può scrivere per noi (direi aiutarci, abbozzare, fare ricerche ecc.) ma - se parliamo di comunicazione aziendale e di strategie di Digital PR - per il futuro dovremo essere noi a scrivere per le AI! Strutturare i contenuti in modo chiaro per facilitarne la comprensione da parte dei modelli di linguaggio.
Cambierá (finalmente!) il business pubblicitario
La trasformazione non si limita ai contenuti. Anche i modelli di business pubblicitari subiranno un cambiamento. Mancini prevede che gli advertiser dovranno spostare i loro investimenti da Google Ads a nuove piattaforme come "AIAds", che emergeranno per sfruttare le potenzialitá delle AI nelle risposte di ricerca.
In pratica, il cerchio si sta chiudendo intorno ai motori di ricerca tradizionali: quando le AI saranno pienamente integrate negli assistenti degli smartphone e avranno modelli di business consolidati per remunerare publisher e advertiser, il mondo della SEO come lo conosciamo sará completamente rivoluzionato.
La chiave sará fare SEO per posizionarsi nelle risposte generate dalle intelligenze artificiali, creando contenuti di qualitá che rispondano alle esigenze specifiche degli utenti. Concludiamo citando ancora Ivano Mancini: "Sará assolutamente necessario fare una SEO differente, orientata a far piacere i nostri siti web e i nostri contenuti a un’intelligenza artificiale e non più agli algoritmi di un motore di ricerca tradizionale, oltre che agli utenti."
E allora avanti, giá dall'estate, apprezzando le... lunghe code pensando a come aumentare il "nostro" traffico-web! Il libro di Ivano Mancini, pubblicato dall'editore Palladino, è in vendita sul sito Seozoom.it