Raggiungere i propri pubblici utilizzando la rete
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Tutte le aziende oggi lavorano online e hanno bisogno di sapere che le loro notizie e informazioni raggiungono il pubblico giusto - e che il pubblico si fida di ciò che legge o vede.
Kantar Media nel suo sondaggio Media&Me (Aprile 2020) ha chiesto ai consumatori quanto si fidano dei diversi canali mediatici di notizie e condivisione delle informazioni.
La risposta è che il pubblico si fida ancora delle notizie e delle informazioni che vede sulla stampa e ottiene attraverso radio o media televisivi più che sui social media.
Anche i siti web aziendali ottengono buoni riscontri.
I social media sono l'unica forma di media con un deficit di fiducia su tutto il campione totale - anche se molto diverso a seconda delle fasce d’etá.
Tutti riconoscono che è facile incappare in notizie false sui social ma in una percentuale crescente in base all’etá: i social media, infatti, sono considerati più affidabili per condivisione di notizie e informazioni nella fascia di etá compresa tra i 18 e i 34 anni, mentre non vengono considerati affidabili dagli over 65 (che sono anche gli unici a mostrate perplessitá verso i siti aziendali).
Giornali, radio e tv non hanno comunque alcun declino percepibile tra i 18–34.
Pubblico, influencer e contenuti di brand
Il 42% degli utenti ritiene di vedere troppi contenuti di brand sui social media.
Il 25% ritiene fondamentale che i post promozionali degli influencer siano etichettati (come giá avviene, solitamente con un hashtag) mentre l’8% non lo riterrebbe necessario.
Gli influencer sono più adatti ad alcune categorie di prodotti che ad altri.
Nelle categorie del lusso e dei viaggi, influencer e brand ambassador sono importanti e i clienti apprezzano di veder evidenziati i migliori prodotti e servizi.
Esempio opposto sono i servizi finanziari, da cui ci si aspettano insieme riservatezza e una comunicazione trasparente.
La soluzione è trovare la giusta misura: non è affatto detto che l’influencer col maggiore seguito sia quello giusto per il brand.
L’importanza della privacy
Il 61% degli utenti ritiene che i servizi di messaggistica siano “privati” e vadano riservati alle conversazioni con gli amici.
Il 40 ammette di usare i social meno di prima per problemi di privacy.
Se contenuti pensati e personalizzati sono desiderati da molti, l'uso di applicazioni di messaggistica privata da parte di marchi e organizzazioni spesso non è considerata accettabile.
Esistono però eccezioni: alcuni marchi stanno creando gruppi sui servizi di messaggistica privata costruiti intorno a interessi comuni o categorie di prodotti. Esiste uno scambio di valori per cui il brand forniscono un chiaro beneficio a coloro che si uniscono al gruppo. Adidas, ad esempio, utilizza WhatsApp per interagire direttamente con i clienti dal 2015. Da modo per costruire comunitá locali nelle cittá è diventato un elemento fondamentale per le campagne di marketing globali del marchio.
Una buona gestione della reputazione può emergere solo da una strategia di comprensione del pubblico e dei fattori chiave per raggiungerlo e influenzarlo positivamente.
In un mondo sempre più personalizzato, scegliere dove parlare è importante quanto il messaggio stesso: una competenza tipica delle PR e di chi come noi cerca costantemente allineare al meglio l'esposizione del messaggio agli obiettivi aziendali e ai risultati.